(Ti Lancio dalla Campania) Napoli 4 novembre 2025 – L’Intelligenza Artificiale rappresenta la più grande sfida del nostro tempo: una frontiera tecnologica che amplifica enormemente le possibilità dell’uomo, ma ne mette duramente alla prova la responsabilità etica. È su questo tema che è intervenuto Nino Apreda, presidente dell’Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti (UCID) della Campania. Secondo Apreda, per garantire che l’uomo rimanga realmente al centro del progresso, è indispensabile elaborare un’etica universale capace di orientare lo sviluppo e l’uso dell’IA. “Non basta regolare i comportamenti esterni; occorre definire un linguaggio etico condiviso, un codice di valori che possa essere tradotto anche in termini comprensibili alle macchine,” ha sottolineato Apreda.
In questo contesto si inserisce il concetto di “Algoretica”, reso celebre da padre Paolo Benanti.
L’Algoretica è un’etica degli algoritmi, capace di far sì che l’Intelligenza Artificiale non sia solo “intelligente” ed efficiente, ma anche “giusta” e orientata al bene comune. Il presidente UCID ha messo in guardia contro due pericoli fondamentali intrinseci all’espansione dell’IA. L’IA non è neutrale. Essa riflette e amplifica le intenzioni e i valori (o le distorsioni) di chi la programma, rischiando di concentrare il potere comunicativo e cognitivo nelle mani di pochi. “L’IA può determinare cosa vediamo, cosa leggiamo e persino come pensiamo,” ha avvertito.
Per quanto sofisticata, l’IA lavora su calcoli e correlazioni, non possedendo sentimenti né coscienza. Le sue risposte sono frutto di efficienza, non di empatia o compassione. “Questo comporta il rischio di una società sempre più efficiente, ma sempre meno umana,” ha concluso. Di fronte all’avanzare ineluttabile della tecnica, Apreda ha indicato la soluzione non in un freno, ma in una riscoperta dei valori fondamentali dell’umanità.
L’uomo deve riscoprire la centralità delle relazioni autentiche, fondate su sentimenti veri, sulla solidarietà e sulla fraternità. Solo le relazioni umane genuine possono garantire che la tecnologia resti uno strumento di evoluzione al servizio dell’uomo, e non il contrario.
Il messaggio finale è un richiamo alla responsabilità: “Il progresso tecnologico sarà tanto più umano quanto più saprà custodire e promuovere l’umanità stessa. L’intelligenza artificiale può essere un alleato prezioso, ma mai un sostituto del cuore e della coscienza.”
(Dispaccio di Ti Lancio della redazione di Trieste)


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