(Ti Lancio da Roma) Roma 16.11.2022 – Una nuova era dell’esplorazione spaziale è iniziata: alle 7.47 (ora italiana) il gigantesco vettore SLS (Space Launch System) della NASA è partito da Cape Canaveral con la capsula Orion che punta verso una destinazione storica: l’orbita lunare. Tutto è avvenuto nominalmente ed entro lunedì prossimo si giungerà intorno al nostro satellite. Come si sa, è una missione senza uomini a bordo, ma è il primo passo per riprendere l’esplorazione dopo i programmi Apollo terminati nel 1971.

Se l’Europa è il partner più importante dell’agenzia spaziale USA, è proprio l’Italia a rivestire un ruolo di primo piano in Artemis1, con investimenti importanti e con il coinvolgimento di partner scientifici e industriali.

Il presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), Giorgio Saccoccia ha infatti confermato nella live che per ore ha commentato le fasi di lancio che si tratta dell’ “inizio di una nuova grande collaborazione internazionale che vede l’industria italiana tra i protagonisti, continuando un percorso che ci ha resi nel tempo partner di eccellenza nella sfida dell’esplorazione spaziale. Europa, USA e molti altri Paesi nel mondo uniti in unico obiettivo destinato al progresso di tutta l’umanità”.
Quali sono dunque i preziosi contributi hardware Made in Italy?
Particolarmente innovativo è il modulo di servizio ESM (realizzato dall’Agenzia Spaziale Europea ESA) della capsula Orion che – come spiega Gabriele Mascetti (Coordinamento scientifico ASI) – “è essenziale per fornire funzioni di elettricità, assetto, temperatura”. Lo chassis, i sistemi di protezione da meteoriti e i quattro pannelli solari sono forniti da Leonardo e Thales Alenia Space.
E poi c’è il prezioso nanosatellite ArgoMoon, realizzato per Asi dalla torinese Argotec, che produrrà immagini dettagliate dell’ICPS, uno degli stadi del lanciatore e, successivamente, della Luna e della Terra.

Simone Pirrotta, program manager a capo dell’Ufficio Missioni di Esplorazione Robotica dell’ASI, ha confermato in diretta alle 11.25 il corretto rilascio del cubesat, comunicato dalla control room di Argotec: “Il suo scopo nella missione è funzionale: in una prima fase svolgerà attività di prossimità per raccogliere immagini tecniche che certamente avranno carattere storico. Stiamo inoltre discutendo su come trattare per finalità scientifiche la documentazione che pian piano arriverà e che sarà fondamentale per garantire la presenza umana sulla Luna, nei prossimi anni”. Un obiettivo è individuare esattamente quanta acqua è disponibile sull’arido suolo lunare: “Ai poli – spiega Pirrotta – esiste del ghiaccio depositato sul fondo di crateri, arrivato lì tramite comete; uno dei cubesat ha il compito di rilevare la presenza di idrogeno”.
E, dunque, presto vedremo uno o più astronauti allunare? Nel 2024, intanto, è prevista una missione flyby, un sorvolo ravvicinato con equipaggio della durata di 10 giorni.
(MARIFRE)
nella foto di copertina (ASI), da sinistra: Gabriele Mascetti, Raffaele Mugnuolo, Simone Pirrotta e Silvia Natalucci
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