Cookie Policy IMPRENDITORIA. ER. FERRI PERSONALI E GIOVETTI, CAPITANE DI IMPRESA EMILIANE METTONO UNA MARCIA IN PIU’ E GUARDANO AL FUTURO DELLA PICCOLA E MEDIA IMPRESA ITALIANA. NECESSARIO INNOVARE, UNIRE GLI INTENTI, INTERNAZIONALIZZARE, RUOLO ANCHE DELLE ISTITUZIONI - Tilancio

IMPRENDITORIA. ER. FERRI PERSONALI E GIOVETTI, CAPITANE DI IMPRESA EMILIANE METTONO UNA MARCIA IN PIU’ E GUARDANO AL FUTURO DELLA PICCOLA E MEDIA IMPRESA ITALIANA. NECESSARIO INNOVARE, UNIRE GLI INTENTI, INTERNAZIONALIZZARE, RUOLO ANCHE DELLE ISTITUZIONI

IMPRENDITORIA. ER. FERRI PERSONALI E GIOVETTI, CAPITANE DI IMPRESA EMILIANE METTONO UNA MARCIA IN PIU’ E GUARDANO AL FUTURO DELLA PICCOLA E MEDIA IMPRESA ITALIANA. NECESSARIO INNOVARE, UNIRE GLI INTENTI, INTERNAZIONALIZZARE, RUOLO ANCHE DELLE ISTITUZIONI

(Ti Lancio dall’Emilia Romagna) Modena 16 gennaio 2025 – Sono capitane di impresa emiliane. Con visioni dirompenti nel loro core business, che lasciano il segno e fanno la differenza. Carlotta Giovetti, a capo della storica azienda metelmeccanica modenese, Trenton, e Angelica Ferri Personali, nota commercialista modenese, che ha ricostruito dalle macerie del terremoto la villa (Villa La Personala), nelle campagne di Mirandola (Mo), facendola divenire resort ricettivo e per eventi. Ferri Personali, avendo a cuore, in modo vero e sano, lo sviluppo della sua regione, anche sul fronte essenziale delle piccole e medie imprese, vero tessuto economico dell’intero nostro Paese, fa una profonda riflessione su private equity e venture capital italiani: i cui capitali sono spesso inaccessibili per la maggior parte della piccola media impresa italiana, perché destinati a giri di affari consolidati e/o ad idee innovative.

E fa appello alle istituzioni. «Su di un mercato sempre più competitivo, è saggio pensare a forme di aggregazione per le PMI che potrebbero così divenire, insieme, più competitive, oltre che ad interventi istituzionali. Le Regioni, per esempio, potrebbero fare da apripista in mercati internazionali dove il Pil cresce». 

«La vocazione del private equity e del venture capital taglia fuori la gran parte delle piccole e medie imprese italiane che non riescono così ad accedere al mercato dei capitali e che, per cercare opportunità di crescita, devono affidarsi a percorsi non strutturati. O addirittura vendere se non svendere cespiti aziendali», analizza. Si tratta di una condizione non occasionale, tanto che la commercialista non nasconde «il timore di un depauperamento del tessuto della piccola impresa italiana, che non ha canali dedicati e consolidati per accedere all’ossigeno necessario alla sua crescita e trasformazione». Il fenomeno delle imprese che non di rado sono costrette a chiudere i battenti non per problemi strutturali ma perché non hanno i margini finanziari per crescere è, però, talmente reale che «stanno emergendo figure di imprenditori “illuminati” che, pur di non lasciar morire imprese che sono un concentrato di know how e di personale formato, le rilevano, diventando essi stessi attori di private equity», spiega Ferri Personali. Anche in questo caso, tuttavia, si tratta di azioni singole e non  di sistema. 

Che fare? Premesso che l’inattività non è compatibile con le logiche dei mercati attuali,  Ferri Personali auspica «un ampliamento degli interessi dei business angels alle aziende attive su comparti maturi, perché anch’esse oggi necessariamente devono innovare e interpretare in modo inedito il loro settore. Inoltre – aggiunge – è auspicabile, e forse addirittura necessario, che gli imprenditori delle Pmi facciano squadra, e si misurino con forme di aggregazione che rendano le loro realtà capaci di affrontare un mercato sempre più selettivo». 

Un ruolo strategico, nella visione di Ferri Personali, possono giocarlo anche le istituzioni, a partire da quelle più prossime al territorio, come per esempio le Regioni. «Per reggere la concorrenza non basta innovare prodotti e processi, bisogna trovare nuovi mercati – afferma -. Un’operazione non semplice per aziende di piccole e medie dimensioni. Servono risorse ma anche strade aperte e supporti per consentire l’esplorazione delle nuove aree, dopo averle individuate. Per questo – prosegue – sarebbe auspicabile una sinergia strutturata pubblico-privato a più livelli, per reinvestire su missioni in nuovi Paesi esteri, anche lontani per cultura oltreché per geografia, dove il Pil sta crescendo». Giovetti, mette una marcia in più, e chiama la sua azienda ad un ritmo da nuova generazione che ha definito, nuova generazione 4.0, in uno stimolante video su You Tube: Trenton punta all’anima della metalmeccanica: qualità, innovazione e cura del servizio. ‘Cercando talenti e nuove declinazioni dei rapporti professionali con i tutti i portatori di interesse che collaborano con Trenton’ lo afferma Carlotta Giovetti, amministratore di Trenton, storica azienda metalmeccanica, presentando il progetto, New Generation 4.0. Si tratta di una vera e propria rivoluzione in corso, presso Trenton che è specializzata nella produzione ed esportazione di manufatti meccanici ad alta tecnologia per l’agricoltura, movimento terra, trucks e automotive. New Generation 4.0 è per Giovetti:  ‘un nuovo modo di farci conoscere o scoprire, è anche, un’evoluzione degli obiettivi aziendali, partendo dai valori aziendali; onore e rispetto, solidarietà, flessibilità, profitto, accompagnati dalla cura del dettaglio offerto al cliente’. Giovetti ha spiegato in un video, che è il primo di una serie che si snoderà per tutto il 2025 e che coinvolgerà, le risorse umane, la produzione, diversi dipartimenti aziendali, mostrando e raccontando gli investimenti, l’approccio alla ricerca dei talenti, la formazione, il tanto lavoro che si svolge all’interno degli uffici e degli stabilimenti aziendali facendo trasparire la nuova filosofia industriale, l’anima innovativa, sostenibile e inclusiva della società.  Sono tre gli stabilimenti Trenton, due dislocati nell’appennino modenese a Fanano e Frassinoro e uno a Castelfranco Emilia, in continua ricerca e scoperta ed in grado di competere sui mercati globali, proprio per il mix di brand storico e la dose di alta qualità e flessibilità delle più evolute tecnologie. Sui nuovi macchinari si sono concentrati gli ultimi investimenti decisi dal team di Trenton, migliorando l’efficienza dei processi produttivi e sviluppando una digitalizzazione all’avanguardia basata sui dati. Il tutto all’insegna dei valori ESG: ‘Come azienda green certificata, la nostra strategia in ambito ESG è ridurre gli sprechi, monitorare la sostenibilità, autoprodurre l’energia. Inoltre siamo una realtà che persegue la gender equality e la formazione costante e continua a tutti i livelli per il nostro personale’. In un mercato globale e altamente tecnologico, Trenton sta adottando soluzioni di intelligenza artificiale e di IoT (Internet of Things). ‘Lo scopo – conclude Giovetti – è supportare il fattore umano, anche in fase strategica e puntare allo sviluppo di prospettive internazionali, cercando talenti e stabilendo partnership con gli stakeholders. Siamo curiosi, vogliamo evolvere con passione, studio, ricerca e soprattutto grazie al lavoro di squadra’.
(Dispaccio di Ti Lancio della redazione di Resia)

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