Cookie Policy NEW YORK CITY : LA CITTA' SPECCHIO DEL MONDO, DISUMANA E CARA 'ARRABBIATA' - Tilancio

NEW YORK CITY : LA CITTA’ SPECCHIO DEL MONDO, DISUMANA E CARA ‘ARRABBIATA’

NEW YORK CITY : LA CITTA’ SPECCHIO DEL MONDO, DISUMANA E CARA ‘ARRABBIATA’

(Ti Lancio dagli Stati Uniti) New York City 27 gennaio 2023 – New York city è cambiata. La pandemia ha lasciato il segno, nei suoi abitanti, nella città. La Grande Mela rimane la Grande Mela. Ma, ancora più di prima, è uno stato mentale. ‘State of mind’ come diceva: Billy Joel, in una sua canzone. Va capita New York, nelle sue perpetue e continue contraddizioni. Quelle che fan parte dell’animo umano: a New York sono esacerbate. Si sente tutto di più. E’ lo specchio del pianeta. Forse, è proprio per questo che, per capire dove e come va il mondo, dicono di andare nella Grande Mela, per qualche giorno. La città è durissima. Per diversi motivi. È la metropoli più cara al mondo. Per vivere in maniera discreta, serve parecchio denaro. L’affitto a Manhattan, per un posto auto al coperto (garage), costa 400 dollari la settimana. I conti sono presto fatti. Nella city incombe ancora lo spettro della pandemia. Lo si vede: dagli stalli, numerosissimi, dove è possibile fare – ancora –  il Covid test. La competizione è ancora più marcata. La velocità dell’economia ancora di più. Si corre a maggior velocità. La città corre ad una velocità paurosa, per un europeo.  Intollerabile per un italiano. Si respira più crudezza umana. Il ‘you are welcome’ si è trasformato in ‘yes, please’. Serve carattere per vivere a New York, anche solo per qualche giorno. Altrimenti: si viene inghiottiti in una macchina infernale, alla cui base, c’è un capitalismo sfrenato. Reso ancora più spietato da due anni di pandemia che ha costretto tutti, ma ancora di più, nelle grandi città americane, ad un isolamento ancora più disumano, di quello, già parte della cultura e del vivere statunitense nelle big city. Si lotta per guadagnare, montagne di denaro. E per sopravvivere. La felicità: in cantina. Nelle cantine dove sono nate ‘isole di felicità’ – a ore – per l’ascolto del jazz, o di musica dal vivo. A tutte le ore, del giorno e della notte, si può ascoltare musica dal vivo. Ma, la rinuncia alla felicità, per il capitalismo, per l’accumulo, è il destino degli americani? La prima potenza al mondo, spezzata umanamente dalla pandemia, che guarda solo al capitalismo, senza più nessun valore? Anche il MoMa (Museum of Modern Art) ricorda, con le sue recenti opere, il vivere ed il morire a New York (vedi John Lennon).

Alcuni sono gli aspetti positivi che si vivono a NY oggi: drastica è la diminuzione dei fast food. Ricca è invece la scelta di ristoranti che puntano al cibo sano. Estratti di verdura, frutta, proteine magre. Con un beverone si è a posto l’intera giornata. La nota catena Starbucks è diventata, purtroppo, meta di senzatetto, per trascorrere la giornata invernale al caldo. Eppure. I dati sono incontrovertibili: l’economia americana cresce più del previsto. Nel quarto trimestre 2022 il pil è aumentato del 2,9% rispetto al +3,2% del trimestre precedente. Gli analisti avevano stimato un +2,6%. Frenata per i prezzi al consumo dal 4,3% al 3,2% e rallenta l’indice core dal 4,7% al 3,9%. Crescono del 5,6% gli ordini dei beni durevoli a dicembre,  ai massimi da luglio 2020. Il deficit commerciale sale a 90,3 miliardi di dollari a dicembre.  Si ‘raffredda’ l’inflazione. Questi i dati principali che fotografano lo stato dell’economia Usa. Gli ordini di beni durevoli negli Stati Uniti, che misurano il costo degli ordini ricevuti dai produttori di beni destinati a durare almeno tre anni, sono aumentati del 5,6% su base mensile a dicembre. Si tratta dell’aumento più netto da luglio 2020 e ben al di sopra previsioni di mercato di +2,5%. Intanto, la città fa i conti con un numero sconsiderato di ratti che circolano per la strade. Tanto che il Comune di New York ha dovuto fronteggiare l’emergenza con un task force ad hoc. Cresce il consumo di vino di qualità fra i giovani che, però, amano berlo in lattina, e non alla bottiglia. Tanto che, i produttori della Napa Valley si sono attrezzati con nuovi packaging. A New York, il 71% di coloro che hanno contratto il Coronavirus, sta registrando gli esiti del long covid, tanto che il 18% di loro, non è ancora rientrato al lavoro. Sono nate attività inusuali nei mesi della pandemia: come il ‘dispensatore di abbracci’. Trenta dollari all’ora per ricevere un abbraccio da un perfetto sconosciuto, in un momento di difficoltà. Non ci sono più nemmeno gli amici. Disumana New York. O semplicemente: uno stato mentale.
(ORSONE)

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