(Ti Lancio dalla Lombardia) Milano 4 novembre 2025 – Il panorama economico e finanziario globale è dominato da una complessa dicotomia: da un lato, l’aggressiva ripresa e leadership tecnologica degli Stati Uniti; dall’altro, la cautela e le incertezze strutturali dell’Eurozona. Marco Melchiorre (Cavaliere) di Verde Nuvola Consulting, analista economico e finanziario, ha esaminato la situazione, evidenziando le sfide e le divergenze tra le due sponde dell’Atlantico. La linea principale di faglia conferma la politica monetaria e il ciclo dei tassi d’interesse. Nonostante le incertezze legate a dazi e debito pubblico, l’economia statunitense mostra una solida resilienza , trainata in gran parte dall’onda degli investimenti nell’Intelligenza Artificiale (IA) e nel settore tecnologico. La Federal Reserve (Fed), pur mantenendo la guardia alta sul debito, ha maggiori margini per considerare un “allentamento monetario” e l’eventuale taglio dei tassi.
Al contrario, la Banca Centrale Europea (BCE) procede con estrema cautela. Come sottolinea Melchiorre: “La BCE è costretta a un passo più misurato. Sebbene l’acquisto complessivo sia in discesa, la persistenza dell’acquisto core e il rischio energetico le impongono di non abbassare la guardia. Il costo del denaro nell’Eurozona risente di una debolezza strutturale che negli USA è mitigata dalla spinta tecnologica”. La conseguenza diretta è la divergenza attesa dei tassi , un fattore cruciale che influenza il costo del credito per imprese e famiglie su entrambi i lati dell’oceano. Il vero diverso strutturale tra le due aree risiede nella leadership tecnologica , che funge da moltiplicatore economico, ma introduce anche un elemento di forte disruption nel mercato del lavoro. Negli Stati Uniti, l’IA è il principale motore di crescita, con il settore che contribuisce in modo significativo al PIL. Questo scenario è favorito da un ecosistema di investimenti massicci (Big Tech e fondi pubblici) e, soprattutto, da un quadro normativo più flessibile (basato sull’auto-regolamentazione e sugli impegni volontari delle aziende). La controparte della rapidità di adozione è un impatto immediato e non sempre graduale sul lavoro. Si stima che circa il 2,5% dell’occupazione statunitense sia a rischio di perdita diretta legata all’IA. Ruoli come addetti all’inserimento dati, operatori di telemarketing o contabili sono considerati “vulnerabili all’automazione”. Aziende leader stanno già annunciando ristrutturazioni significative (come i licenziamenti di Meta o la scelta di Amazon di puntare sui robot nella logistica) per “agilizzare” i team e sostituire il lavoro umano con l’automazione, che viene percepito come un costo da massimizzare in termini di plusvalenza.
L’Unione Europea, pur riconoscendo il potenziale dell’IA, ha adottato un approccio diametralmente opposto, incentrato sulla regolamentazione (AI Act) , l’etica e la centralità della persona. Per Melchiorre, “L’Europa pone la salvaguardia sociale al centro, con normative sul lavoro che, se da un lato protegge, dall’altro penalizzano la rapidità di adattamento delle imprese .” La rigidità legislativa rallenta la capacità delle aziende europee di ristrutturare le proprie attività e riallocare risorse in risposta alle sfide IA, concedendo un forte vantaggio competitivo in termini di agilità ai concorrenti americani. Sebbene il tasso di adozione dell’IA nelle imprese europee (soprattutto le PMI) sia inferiore a quello statunitense, alcuni settori come il supporto d’ufficio e la produzione sono comunque altamente esposti all’automazione. L’incognita è che l’Europa potrebbe subire gli effetti della sostituzione senza godere appieno dei benefici della crescita trainata dall’IA.
Per l’Italia, in questo scenario, la priorità è duplice: garantire la sostenibilità fiscale e cavalcare la transizione ecologica: nonostante l’incertezza globale, l’Italia ha mostrato segnali di relativa solidità grazie a una gestione prudente della finanza pubblica. Tuttavia, il debito pubblico rimane un elemento di debolezza. “Per l’Italia e l’Europa, la Transizione Ecologica e la Sostenibilità (ESG) non sono solo un obbligo, ma la vera leva per stimolare investimenti e innovazione ,” conclude Melchiorre. “È la nostra possibilità per creare nuovi settori e recuperare parzialmente il gap tecnologico con gli Stati Uniti, a patto che la finanza sostenga con decisione questi progetti.”
(Dispaccio di Ti Lancio della redazione di Trieste)
ECONOMIA. LOMBARDIA. TASSI, IA E LAVORO: MELCHIORRE ANALIZZA LA DICOTOMIA USA-EUROPA. “LA FLESSIBILITÀ AMERICANA SFRUTTA L’AI, LA CAUTELA BCE RALLENTA L’ADATTAMENTO”


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