Cookie Policy LOMBARDIA. INTELLIGENZA ARTIFICIALE, ROTONDI (CNEL): 'CERTO L’IMPATTO SUL LAVORO. FORMARE E ISTRUIRE I LAVORATORI' - Tilancio

LOMBARDIA. INTELLIGENZA ARTIFICIALE, ROTONDI (CNEL): ‘CERTO L’IMPATTO SUL LAVORO. FORMARE E ISTRUIRE I LAVORATORI’

LOMBARDIA. INTELLIGENZA ARTIFICIALE, ROTONDI (CNEL): ‘CERTO L’IMPATTO SUL LAVORO. FORMARE E ISTRUIRE I LAVORATORI’

(Ti Lancio dalla Lombardia) Milano 6 novembre 2023 – La domanda chiave si concentra su “il come” le persone, i cittadini e le aggregazioni sociali importanti gestiranno l’impatto dell’intelligenza artificiale sul lavoro, non su “il se” l’impatto ci sarà. <<Il tutto del cambiamento digitale nell’equilibrio dei due principi di certezza e di umanità>>. È da questa considerazione di fondo che il giuslavorista e consigliere esperto CNEL, Francesco Rotondi, avvocato name partner di LabLaw ha articolato il suo intervento nel corso della tavola rotonda promossa al CNEL in concomitanza con la presentazione del III rapporto della Fondazione AIDP su «Robot, intelligenza Artificiale e Lavoro in Italia» commissionato da LABLAW a BVA DOXA in collaborazione con AIDP. 

Rotondi ha messo in evidenza come, ancor prima dell’imporsi dell’AI, nel mondo del lavoro ci fosse «una inidoneità a reggere il confronto con le sue esigenze e quelle del mercato e dell’impresa». Nella sua analisi l’avvocato ha spiegato anche perché si sia arrivati, in materia di pervasività della tecnologia “AI special & general purpose”, a questa condizione e, per questo, considera che «sia necessaria una rivoluzione culturale, di formazione, istruzione, addestramento, perché oggi si dà per scontato che esista una forte attenzione al lavoro, al futuro, alla progressione della formazione, mentre alcuni indicatori sociologici dicono che non è così». 

Persiste, cioè, una lentezza nell’accettare il cambiamento in ambito lavorativo, ha considerato ancora Rotondi, che non è lentezza nell’accettare il cambiamento tecnologico, non è lentezza nell’accettare il progresso – perché cittadini, lavoratori, imprenditori accettano il progresso e lo utilizzano nel loro vivere ordinario -, ma «è non accettazione in un determinato ambito regolamentare: è un problema di tutele, che fa il paio con una grande assenza di cultura (come sistema di valori condiviso, etica e diritti) da una parte e anche un’assenza di volontà degli attori principali, che ravviso nelle parti sociali – ha puntualizzato Rotondi – e non nel legislatore, di modificare alcune situazioni». Una condizione che, ha ancora evidenziato Rotondi, «non è figlia dell’incomprensione, ma è figlia di una insinuazione ideologica all’interno di un mondo che ancora oggi risente di questa limitazione». 

Da qui l’auspicio-sollecitazione di Rotondi affinché «le parti sociali si riapproprino di un ruolo proattivo nel cambiamento delle regole. Esse possono diventare davvero un attore fondamentale, ma devono farlo», ha concluso Rotondi. 

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