Tarvisio perde i suoi ‘pezzi storici’.
Combattivo, e allo stesso tempo realistico, Gianni De Cillia, la seconda generazione alla guida dello storico albergo Valle Verde di Tarvisio, ha deciso di passare la mano, mettendo in vendita immobile e attività.
«Vendiamo e non svendiamo», sottolinea l’imprenditore mentre continua a lavorare a pieno regime nella struttura costruita dal padre Ferruccio e dove egli è approdato che aveva 5 anni. Le redini le ha prese in mano a 28 anni e, da allora, sono 30 anni che, insieme alla moglie, continua a investire in attrattività e benessere per mantenere qualità di accoglienza e offerta.
Più d’uno i motivi all’origine della scelta, non di certo, comunque, questioni di bilancio. «I conti sono più che in ordine e la struttura è solida – precisa -. I motivi sono sostanzialmente due: siamo in una regione in cui sono in pochi a credere davvero nel turismo. Gli ultimi fondi per le nostre strutture sono stati messi a disposizione nel 2003, per le Universiadi. Ora la Regione ha attuato una politica di investimenti, ma è troppo tardi – analizza De Cillia -. Nel nostro caso, inoltre, i figli hanno deciso di prendere strade diverse, tra l’altro dedicandosi a un’altra delle nostre attività, quella del noleggio dell’attrezzatura sportiva».
Analizzata la situazione, i coniugi De Cillia, due anni ancora alla pensione, hanno deciso il grande passo e nel momento che ritengono più opportuno, «quando cioè le cose stanno andando bene e l’albergo è in ottime condizioni». Il via alla vendita è stato dato ufficialmente due mesi fa e sono già arrivate le manifestazioni di interesse, anche se ancora non è arrivata un’offerta e, soprattutto, alle cifre fissate dal proprietario.
«L’alternativa sarebbe stata investire di nuovo una cifra significativa, circa 2,5 milioni, per fare venti suite. Ma ci siamo chiesti: che senso ha fare una simile operazione quando poi chi arriva qui alla sera, per esempio, non trova nulla da fare se esce da qui?».
In questi anni, inoltre, De Cillia ha visto spostarsi sostegni, supporti e incentivi su altre soluzioni abitative: prima gli appartamenti, poi i b&b e gli alberghi diffusi, «ora è il periodo delle baite», aggiorna. «Soluzioni che però non ampliano significativamente i posti letto – Tarvisio è stazione turistica con 700 posti letto e all’appello ne mancano più di un migliaio, e non creano neppure significativi posti di lavoro».
Condizioni generali del settore alberghiero e mancanza del passaggio generazionale stanno decretando, quindi, la fine di una gestione all’albergo Valle Verde. «Non è detto, comunque, che tutto sia finito. Potremo anche riaprire qualcosa di più piccolo, più in là e se le condizioni lo renderanno possibile», conclude De Cillia. Per intanto si è dato due anni per vendere al meglio l’albergo che ha forgiato da trent’anni, continuando a lavorare a pieno regime.
Tarvisio stenta il decollo turistico. Potrebbe però essere questa la sua fortuna. Preservarsi dal turismo di massa. Solo per pochi e per veri appassionati di montagna. Inutile, forse, voler far cambiare pelle ad una cittadina che può offrire un tanto. Con dei limiti che, non è detto poi, siano del tutto negativi. E’ semplicemente la realtà.
Il comprensorio del Tarvisiano gode di 33 km di piste per lo sci alpino. Gli hotel a Tarvisio sono 11, a cui vanno ad aggiungersi b&b e affittacamere.
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